Alla ricerca degli scomparsi
VILLA GHIRLANDA: PRESENTATO IL PROGETTO MISSING
Alla ricerca degli scomparsi
La differenza tra una persona scomparsa
e una persona morta potrebbe misurarsi in 72 ore. Quelle che Polizia e Carabinieri devono far trascorrere, per proce dura, tra la denuncia di una sparizione e l’inizio delle ricerche di un fuggitivo, per accertarsi che il suo allontanamento non sia volontario nel qual caso non potrebbero intervenire. In quelle 72 ore, però, può succedere quello che è successo a Yara Gambirasio, a Sarah Scazzi, a Elisa Claps. In Italia sono quasi 24 mila le persone sparite, di cui non si conosce il destino. Possibile che nessuno possa farci niente? La protezione civi-
le di Cinisello Balsamo e l’associazione Penelope Lombardia hanno trovato una soluzione, il progetto Missing, presentato lo scorso 10 giugno in Villa Ghirlanda, alla presenza delle autorità cittadine, del commissario straordinario del governo per le persone scomparse, Michele Penta e della dottoressa Cristina Cattaneo, che si è occupata dell’autopsia di YaraGambirasio.
«Si tratta di una procedura di ricerca delle
persone scomparse che consente alla Protezione Civile di attivarsi immediatamente dopo la denuncia di una sparizione, in pieno coordinamento con le forze dell’ordine – spiega il presidente della Protezione Civile cinisellese,
Enzo Acquachiara -. Abbiamo sperimentato questa sinergia in quattro casi dall’inizio dell’anno, tutti conclusi con successo dopo poche ore». Anche la provincia di Lecco si è dotata di una procedura simile. Ora l’auspicio è condiviso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha espresso il suo appoggio con una lettera indirizzata ad Acquachiara: ” che il progetto diventi una vera e propria legge nazionale. Cosa che per ora non è avvenuta, a causa della proverbiale mancanza di fondi che affligge il nostro Paese, soprattutto
quando si tratta di progetti poco redditizi, ma molto vicini alle persone.
Esistono però iniziative illuminate, come il database Risc – Ricerca Persone Scomparse, la cui creazione è coordinata dalla dottoressa
Cristina Cattaneo. Si tratta di un database che raccoglie i dati dei corpi ignoti conservati negli obitori, perchè siano incrociati con quelli delle persone scomparse, in modo da stabilire, eventualmente, la loro morte. I familiari preferiscono avere una tomba su cui piangere, piuttosto che non sapere dove si trova il loro caro – fa notare la dottoressa Cattaneo –
Intervenire è un dovere etico, oltre che scientifico».
Floriana Liuni
Fonte: La Città 22 Giugno 2011
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