Rischio sanitario

Il rischio sanitario viene considerato come una variabile che esprime la potenzialità che un elemento esterno possa causare un danno alla salute della popolazione nazionale e/o internazionale.

Il rischio sanitario è spesso una conseguenza di altri rischi o calamità. La probabilità che questo possa accadere dà l’importanza del rischio, cioè dell’effetto che potrebbe causare.
Questo tipo di rischio può essere:

  • antropico, se provocato dalle attività umane come incidenti industriali, attività industriali e agricole, trasporti, rifiuti;
  • naturale, se provocato da eventi naturali come terremoti, vulcani, frane, alluvioni, maremoti, tempeste di sabbia

Le variabili antropiche che comportano un rischio sanitario possono incidere sulla salute umana provocando danni o effetti sia temporanei, sia permanenti. Queste variabili possono essere di natura: biologica come batteri, virus, pollini; chimica come amianto, benzene, metalli pesanti, diossine; fisica come radiazioni UV, radiazioni ionizzanti, rumori, temperature troppo basse o troppo alte.

Le variabili naturali rientrano invece in tutte le tipologie di calamità naturali come terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami, frane, alluvioni o altri fenomeni, sempre di tipo naturale.

Rischio sanitario: le attività di Protezione Civile

Il rischio sanitario si manifesta ogni volta che si creano situazioni che possono incidere sulla salute umana.

È fondamentale la fase di pianificazione della risposta dei soccorsi sanitari in caso di emergenza e la programmazione di tutte quelle attività di sensibilizzazione sui comportamenti da attuare in caso di rischio sanitario. Durante l’emergenza, vengono attivate tutte le procedure di soccorso che sono previste nei piani comunali, provinciali e regionali.

Dal 2001 il Dipartimento della Protezione Civile ha pubblicato indicazioni precise con l’obiettivo rendere migliore e più efficiente l’organizzazione del soccorso e dell’assistenza in caso di emergenza sanitaria.

La prima direttiva emanata “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi nelle catastrofi” viene pubblicata nel 2001, a cui è seguito nel 2003 il documento sui “Criteri di massima sulla dotazione dei farmaci e dei dispositivi medici per un Posto medico avanzato”.

Nel 2006 il Dipartimento sceglie di dedicare un intero documento a un argomento delicatissimo nella gestione di un’emergenza sanitaria e si tratta dell’assistenza psicologica e psichiatrica: con i “Criteri di massima sugli interventi psicosociali nelle catastrofi” si individuano gli obiettivi e gli schemi organizzativi comuni.
Nel 2007 è stata pubblicata la direttiva “Procedure e modulistica del triage sanitario”, con cui vengono definite le procedure per la suddivisione dei pazienti in base alla gravità e alla priorità di trattamento, nel caso di emergenza sanitaria.

Nel 2011, nell’ottica di un’evoluzione del Servizio sanitario nazionale verso un’organizzazione regionale, vengono pubblicati gli Indirizzi operativi che definiscono le linee guida generali per l’attivazione dei Moduli sanitari regionali. Per far fronte alle richieste di assistenza sanitaria necessarie alla popolazione dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino al ripristino dei servizi sanitari ordinari, nel 2013 esce la direttiva che istituisce le strutture sanitarie campali Pass – Posto di Assistenza Socio Sanitaria.

Nel 2016 invece vengono individuati con la direttiva la Cross – Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario e i Referenti Sanitari Regionali in caso di emergenza nazionale.

Il Dipartimento, in collaborazione con la cooperativa Europe Consulting, porta inoltre avanti il progetto Abili a proteggere per tenere alta l’attenzione sul soccorso e l’assistenza alle persone con disabilità in emergenza e favorire interventi di prevenzione in questo ambito.

Prevenzione

Il rischio sanitario è difficilmente prevedibile perché spesso è conseguente ad altri rischi o calamità, ma grazie alla pianificazione degli interventi sanitari e psicosociali in emergenza è possibile ridurre i tempi di risposta e prevenire o limitare i danni alle persone.

A questo proposito, le esercitazioni di protezione civile sono l’occasione per testare le procedure di soccorso urgente e il funzionamento delle strutture da campo per l’emergenza. Anche le attività di informazione e formazione verso la popolazione contribuiscono alla prevenzione perché rinforzano i comportamenti efficaci per contrastare e gestire al meglio l’emergenza e limitare gli effetti dannosi degli eventi.

Pianificazione in emergenza. I “Criteri di massima per i soccorsi sanitari nelle catastrofi” sono lo strumento con cui il Dipartimento della Protezione Civile ha delineato la gestione del soccorso in emergenza. I Criteri definiscono, infatti, le caratteristiche dei piani di emergenza sia per gli eventi gestibili dai sistemi locali sia per quelli che travalicano le loro capacità di risposta e necessitano del coordinamento del Servizio Nazionale.

È a carico degli enti locali individuare i rischi o ipotesi di rischio – come per esempio epidemie o incidenti con perdite di materiali radioattivi o pericolosi – del territorio locale per migliorare l’intervento del soccorso sanitario. Varie conseguenze, come gli effetti sulle persone o i luoghi a rischio di potenziali disastri, possono essere già previste nella pianificazione delle risposte. Le variabili principali per definire i disastri e pianificare le risposte sono: frequenza; intensità; estensione territoriale; durata; fattori stagionali; rapidità della manifestazione; possibilità di preavviso.

Per quanto riguarda invece la prevenzione a livello europeo, il Dipartimento della Protezione Civile partecipa alla pianificazione e all’aggiornamento di “moduli di protezione civile”, si tratta di interventi di protezione civile con standard operativi uguali per tutti, costituiti da persone e materiali degli Stati Membri. L’obiettivo dei moduli hanno è quello di uniformare e rendere più veloci ed efficaci gli interventi dei sistemi di protezione civile degli Stati Membri.

Organizzazione dei soccorsi

L’intervento sanitario durante un’emergenza è individuato dall’insieme delle azioni necessarie per la tutela delle persone e della salute pubblica, che rientra nella “medicina delle catastrofi”.

Il Dipartimento della Protezione Civile ha preparato specifici Criteri di massima per organizzare i soccorsi sanitari e gli interventi psicosociali nelle catastrofi, in cui vengono definiti obiettivi e procedure comuni per tutte le realtà coinvolte e che intervengono nello scenario di emergenza.

Pma e moduli sanitari regionali. Il centro della catena sanitaria dei soccorsi in caso di intervento per catastrofe limitata è il Pma – Posto medico avanzato. Il coinvolgimento di questa struttura è previsto nei “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari” e il suo funzionamento viene specificato nella direttiva del 2007 sul triage sanitario. I Moduli sanitari sono “task force sanitarie” in pronta partenza, provviste dei mezzi necessari per operare e muoversi in completa autonomia per almeno 72 ore, con almeno un Pma, in cui operano medici e infermieri esperti in medicina di emergenza-urgenza. La direttiva emessa dal Dipartimento ha l’obiettivo di creare una “forza mobile sanitaria nazionale“, che possa essere tempestivamente inviata in rinforzo al Servizio Sanitario delle Regioni colpite da grandi catastrofi.

Pass, Posto di assistenza socio sanitaria. Un’esigenza emersa è stata quella di allestire strutture campali in grado di sostituire i poliambulatori inagibili, in modo da garantire l’assistenza socio sanitaria di base alla popolazione illesa in maniera efficace.

Scheda Svei. Scheda per valutare durante un’emergenza le esigenze immediate per venire incontro alle necessità delle persone più fragili coinvolte. La scheda Svei è stata utilizzata per la prima volta durante la gestione del terremoto Centro Italia dalle Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, che ne hanno confermato la validità.

Centrale operativa remota operazioni soccorso sanitario (Cross). Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario per coordinare i soccorsi sanitari urgenti e per individuare i Referenti Sanitari Regionali in caso di emergenza nazionale pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 agosto 2016. Il Capo del Dipartimento può attivare la Cross per favorire il un’efficiente operatività tra le esigenze del territorio colpito e le disponibilità di risorse sanitarie delle componenti e strutture operative del Servizio nazionale di protezione civile.

Assistenza psico-sociale

È la fase in cui si ricostruisce in maniera graduale le condizioni normali di vita. In questa delicata fase, nel caso le strutture sanitarie locali sono inagibili, possono essere sostituite in maniera temporanea da strutture da campo progettate appositamente per funzionare per periodi medio-lunghi, come per esempio ospedali da campo o poliambulatori medici. Il sistema sanitario assicura così una regolare assistenza alla popolazione.

Nella fase post-emergenza ha un’importanza rilevante l’assistenza psichiatrica e psicologica della popolazione coinvolta. È proprio nel post-emergenza che iniziano a manifestarsi le conseguenze psicologiche e sociali della catastrofe sulla persona, che possono riguardare: la capacità di reazione e di adattamento alle persone a cui sono venute meno le abitudini di vita sia singolarmente che in gruppo.

Le equipe psicosociali lavorano per ripristinare le reti sociali preesistenti o fanno in modo di crearne delle nuove, in modo da favorire il ritorno delle persone alle normali abitudini, anche grazie all’avvio di vari progetti, tra cui la sensibilizzazione e formazione sui rischi e progetti educativi per i bambini e ragazzi.

Gli operatori, inoltre, facilitano l’accesso ai servizi sanitari e sociali, fornendo documenti sulle persone a cui si è prestata assistenza, rendendo così disponibili le informazioni sui fattori di rischio e di vulnerabilità individuali e collettivi.

Sei preparato al rischio sanitario?

Conoscere il fenomeno è il primo passo per capire come affrontarlo nel modo più corretto e a prevenire eventuali pericoli. Per questo motivo il Dipartimento è impegnato in continue campagne di sensibilizzazione, con lo scopo di diffondere, quanto più possibile, alcune semplici regole su come diminuire o prevenire i danni di un fenomeno.

In questa sezione riportiamo le linee guida sui comportamenti da adottare nel caso di ondate di calore e di epidemie, a cui aggiungiamo i “Cosa fare” per ogni rischio.

In caso di epidemie e pandemie influenzali

L’influenza è una malattia respiratoria acuta dovuta all’infezione da virus influenzali, che si manifesta prevalentemente nel periodo invernale.

Per pandemia di influenza si intende la diffusione di un nuovo virus influenzale tra la popolazione di tutto il mondo.

Cosa fare per prevenire

Vaccinarsi, soprattutto per i soggetti a rischio, è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza perché si riducono notevolmente le probabilità di contrarre la malattia e, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, sono meno gravi e viene ridotto il rischio di complicanze.

Come comportarsi in caso di influenza o pandemia influenzale

  • Consultare il proprio medico di base oppure il dipartimento di prevenzione della tua Asl. Per avere anche informazioni attendibili e aggiornate sulla malattia e sulla vaccinazione
  • Informarti se rientri nelle categorie a rischio, per cui è consigliata la vaccinazione
  • Ricorri alla vaccinazione solo dopo aver consultato il tuo medico di base o la tua Asl. La vaccinazione protegge dal virus, ma per alcuni soggetti può essere sconsigliata
  • Consulta i siti web e segui i comunicati ufficiali delle istituzioni. Per essere aggiornato correttamente sulla situazione
  • Segui in maniera precisa e puntuale le indicazioni comunicate delle autorità sanitarie, in quanto in caso di pandemia potrebbe essere necessario attuare misure particolari per la tua sicurezza
  • Se presenti i sintomi rivolgiti subito al tuo medico di base. Una efficiente diagnosi può aiutare la tua guarigione ma soprattutto riduce il rischio di contagio per gli altri
  • Metti in pratica una corretta igiene sia personale che degli ambienti in cui vivi per ridurre il rischio di contagio
  • Se hai una persona malata o fragile in casa, evita di condividere gli oggetti personali in modo da evitare il contagio

Per dare assistenza alle persone disabilità

Fornire assistenza ai disabili in situazioni di emergenza, richiede alcuni accorgimenti particolari.

I suggerimenti possono e debbono interessare tutti, anche se nella nostra famiglia non vivono persone affette da disabilità: durante un’ emergenza può capitare di soccorrere non solo i propri familiari, ma anche amici, colleghi di lavoro, conoscenti, vicini di casa, compagni di scuola, persone che hanno bisogno di aiuto incontrate per caso. È importante che tutti abbiano almeno le nozioni di base per prestare soccorso alle persone disabili.

Se persone disabili vivono con te e la tua famiglia

  • Verifica i piani di emergenza – comunali, scolastici, luogo di lavoro – facendo attenzione anche agli aspetti che possono essere importanti per il soccorso alle persone disabili, in modo da non avere incertezze nel gestire la situazione
  • Informati sul trasferimento delle principali barriere architettoniche presenti nella tua zona – scale, gradini, strettoie, barriere percettive – Sono tutti ostacoli che devi conoscere in caso di un’eventuale evacuazione
  • Incoraggia la collaborazione attiva la persona disabile, ovviamente nei limiti delle sue possibilità, in modo da alimentare la sua fiducia nel superamento della situazione, evitando perdite di tempo e azioni superflue
  • Installa segnali di allarme – acustici, ottici, meccanici, tattili ecc. – che possono essere compresi dalla persona disabile, così che possa reagire anche autonomamente e nei limiti delle sue capacità, all’emergenza
  • Individua almeno una via di fuga verso un luogo sicuro, per evitare di dover improvvisare nel momento del reale pericolo

Durante l’emergenza

  • Incoraggia ala collaborazione attiva la persona disabile, ovviamente nei limiti delle sue possibilità, in modo da alimentare la sua fiducia nel superamento della situazione, evitando perdite di tempo e azioni superflue
  • Provvedi ad installare segnali di allarme – acustici, ottici, meccanici, tattili ecc. – che possano essere compresi dalla persona disabile perché le sia possibile reagire anche autonomamente, nei limiti delle sue capacità, all’emergenza
  • Individua almeno una via di fuga verso un luogo sicuro, per evitare di dover improvvisare nel momento del reale pericolo

 

    Per soccorrere un disabile cognitivo

    Fornire assistenza ai disabili in situazioni di emergenza, richiede alcuni accorgimenti particolari.

    I suggerimenti possono e debbono interessare tutti, anche se nella nostra famiglia non vivono persone affette da disabilità: durante un’ emergenza può capitare di soccorrere non solo i propri familiari, ma anche amici, colleghi di lavoro, conoscenti, vicini di casa, compagni di scuola, persone che hanno bisogno di aiuto incontrate per caso. È importante che tutti abbiano almeno le nozioni di base per prestare soccorso alle persone disabili.

    Persone con disabilità cognitive

    Ricorda che persone con disabilità di apprendimento:

    • potrebbero avere difficoltà nell’esecuzione di istruzioni complesse, che sono superiori ad una breve sequenza di azioni semplici;
    • nella situazione di pericolo possono avere degli atteggiamenti di parziale o nulla collaborazione verso chi sta attuando il soccorso.

    Perciò:

    • Verifica che la persona abbia compreso la situazione di pericolo
    • Assisti la persona se mostra di avere problemi di senso direzionale
    • Comunica alla persona istruzioni dividendole in semplici fasi successive
    • Utilizza semplici segnali o simboli che siano facilmente comprensibili
    • Prova ad interpretare le sue eventuali reazioni

    Nel caso di comportamenti aggressivi dai la precedenza alla salvaguardia dell’incolumità fisica della persona. Ricorri all’intervento coercitivo se questa dovesse essere l’unica soluzione possibile.

    Per soccorrere un disabile motorio

    Fornire assistenza ai disabili in situazioni di emergenza, richiede alcuni accorgimenti particolari.

    I suggerimenti possono e debbono interessare tutti, anche se nella nostra famiglia non vivono persone affette da disabilità: durante un’ emergenza può capitare di soccorrere non solo i propri familiari, ma anche amici, colleghi di lavoro, conoscenti, vicini di casa, compagni di scuola, persone che hanno bisogno di aiuto incontrate per caso. È importante che tutti abbiano almeno le nozioni di base per prestare soccorso alle persone disabili.

    Persone con disabilità motorie

    Nel caso la persona può allontanarsi grazie all’utilizzo di una sedia a rotelle, assicurati che ci sia il percorso libero da eventuali barriere architettoniche.

    In presenza di ostacoli, quali gradini o scale, aiuta la persona a superarli in questo modo: mettiti dietro la carrozzina, impugna le maniglie della sedia a rotelle e inclinala all’indietro di circa 45° in modo da affrontare l’ostacolo, mantieni la posizione inclinata fino a quando non raggiungi un luogo sicuro e in piano.

    Ricorda di superare l’ostacolo sempre all’indietro.

    Se hai l’esigenza di trasportare una persona che non è in grado di collaborare, non sforzare le sue strutture articolari perché potresti causarle danni, ma utilizza come punti di presa. il cingolo scapolare – complesso articolare della spalla – o il cingolo pelvico – complesso articolare del bacino ed dell’anca -.

    Per soccorrere un disabile sensoriale

    Fornire assistenza ai disabili in situazioni di emergenza, richiede alcuni accorgimenti particolari.

    I suggerimenti possono e debbono interessare tutti, anche se nella nostra famiglia non vivono persone affette da disabilità: durante un’ emergenza può capitare di soccorrere non solo i propri familiari, ma anche amici, colleghi di lavoro, conoscenti, vicini di casa, compagni di scuola, persone che hanno bisogno di aiuto incontrate per caso. È importante che tutti abbiano almeno le nozioni di base per prestare soccorso alle persone disabili.

    Persone con disabilità dell’udito

    Facilita la lettura labiale, in modo da evitare incomprensioni ed agevolare il soccorso:

    • Quando parli con la persona, tieni ferma la testa e posiziona il tuo viso all’altezza degli occhi dell’interlocutore
    • Parla chiaramente, possibilmente con una corretta pronuncia, utilizza frasi brevi e un tono normale
    • Scrivi in stampatello parole e nomi che non riesci a comunicare
    • Mantieni una distanza inferiore al metro e mezzo

    Anche le persone che utilizzano protesi acustiche hanno difficoltà a recepire completamente il parlato, quindi cerca di attenerti alle stesse precauzioni di cui sopra.

    Persone con disabilità della vista

    • Comunica la tua presenza e parla con voce distinta
    • Spiega ed esponi la reale situazione di pericolo con sincerità
    • Evita di coinvolgere una terza persona nella conversazione
    • Descrivi le azioni da svolgere in anticipo
    • Assisti la persona lungo il percorso nel modo che ritiene più comodo, appoggiata alla tua spalla e leggermente più dietro
    • Comunica la presenza di ostacoli come scale, porte, o altre situazioni di impedimento
    • Se accompagni più persone con la stessa difficoltà, aiutale a tenersi per mano
    • Una volta raggiunto un luogo fuori pericolo non abbandonare la persona, ma assicurati che sia in compagnia

    In caso di presenza di persona non vedente con cane guida

    • Non offrire cibo e non accarezzare il cane senza il permesso del padrone
    • Se il cane porta la “guida”(imbracatura) significa che sta lavorando: se per diversi motivi non vuoi che il cane guidi il suo padrone, fai rimuovere la guida
    • Assicurati che il cane venga portato in salvo insieme al padrone
    • Se devi tenere il cane su richiesta del padrone, tienilo per il guinzaglio e mai per la “guida”

     

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