Rischio industriale
Sul territorio nazionale la presenza di stabilimenti industriali espone la popolazione e l’ambiente al rischio industriale, a causa dell’utilizzo di sostanze chimiche per le attività produttive degli stabilimenti industriali.
Infatti nel caso di un incidente all’interno di un insediamento industriale è possibile che si verifichi un incendi, un’esplosione, o una nube tossica, causando danni nell’immediato o a posteriori all’interno e all’esterno dello stabilimento industriale causando possibilmente danni alla all’ambiente e alla salute della popolazione.
Le conseguenze sulla salute in caso di esposizione a sostanze tossiche, durante l’incidente sono diverse a seconda delle sostanze, della durata d’esposizione, della loro concentrazione e dalla quantità assorbita.
Le conseguenze sull’ambiente sono correlate principalmente alla contaminazione dell’acqua, del suolo e dell’atmosfera a causa delle sostanze tossiche emanate. Le conseguenze sulle cose invece, riguardano principalmente i danni alle strutture.
E’ possibile limitare le conseguenze di un incidente industriale attuando piani di emergenza sia per gli ambienti interni che esterni. Questi ultimi, includono anche piani di autoprotezione per la popolazione potenzialmente coinvolta dallo scenario dell’incidente.
Rischio industriale: le attività di Protezione Civile Cinisello Balsamo
La previsione e prevenzione del rischio industriale si basano principalmente sulla stretta collaborazione tra protezione civile e ricerca scientifica, grazie all’utilizzo di sistemi all’avanguardia che raccolgono ed elaborano informazioni, grazie a centri di elaborazione dei dati in grado di avvertire con il massimo anticipo la probabilità che si verifichino eventi catastrofici.
Previsione e prevenzione
Vengono individuate le sostanze pericolose, che possono essere la causa di incidenti importanti ed esporre al rischio di emissioni, incendi o esplosioni. Sono inoltre identificati gli impianti industriali per i quali è necessario la supervisione di un responsabile, indicato come “gestore”.
Il gestore di uno stabilimento industriale ha molteplici obblighi da mantenere per la previsione e la prevenzione del rischio. Tutti gli adempimenti del gestore agli obblighi sono notificati alla Regione, al Prefetto e al Comune in cui nasce lo stabilimento.
I centri di competenza
Alle attività di prevenzione del rischio industriale si affiancano i centri di competenza: si tratta di enti pubblici inseriti nel sistema nazionale di protezione civile per sviluppare ricerche e realizzare adatti strumenti di supporto per la gestione dell’eventuale emergenza.
Le principali realtà preparate sul rischio industriale sono l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA, l’Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro – ISPESL, il Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR e l’Istituto Superiore di Sanità – ISS.
Gli Enti per la consulenza tecnico-scientifica
- Dipartimento di Ingegneria Nucleare e Conversione di Energia dell’Università di Roma «La Sapienza»;
- Consorzio Interuniversitario per la Prevenzione e Protezione dai Rischi Chimico-Industriali delle Università di Roma, Bologna, Pisa, Napoli e Messina;
- Unità Operativa e di Ricerca per le Emergenze Chimiche-Industriali dell’Università «Ca’ Foscari di Venezia»;
- Istituto di Ricerca della Combustione di Napoli;
- Unità di Ricerca e Didattica Mobility Design – Progettazione di Sistemi e di Servizi per la Gestione della Mobilità – Gruppo di Ricerca per la Gestione e la Sicurezza dei Trasporti di Milano.
Le componenti del Servizio Nazionale
I controlli sugli stabilimenti considerati a rischio di incidente rilevante, vengono effettuati dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Nell’ambito delle sue capacità e disponibilità realizza e promuove programmi di formazione in materia di rischio industriale e fornendo alle autorità responsabili della prevenzione e del controllo dei rischi industriali consulenza tecnica; e in caso di del verificarsi di un incidente, partecipa attivamente alle attività di gestione dell’emergenza.
Rischio industriale: linee guida per i piani
Il decreto legislativo n. 334 del 1999, prevede che le autorità pubbliche locali hanno l’incarico di formulare un piano di emergenza sia per l’ambiente interno che esterno allo stabilimento industriale, garantendo una risposta immediata ed efficace a salvaguardare la salute della popolazione e l’ambiente.
Il piano di emergenza interno
Il piano di emergenza interno – PEI viene redatto dal gestore dello stabilimento industriale, organizzando inoltre tutti gli interventi necessari a reprimere l’incidente con l’appoggio delle proprie squadre e dei Vigili del fuoco.
Il piano di emergenza esterno
Il piano di emergenza esterno – PEE viene redatto dall’autorità pubblica competente che organizza la risposta di protezione civile con lo scopo di ridurre gli effetti dell’incidente sulla salute pubblica e sull’ambiente. Il Piano può prevedere il rifugio al chiuso o l’evacuazione.
Il Dipartimento della protezione civile, d’intesa con la Conferenza unificata, ha il ruolo di stilare le Linee guida per predisporre il piano di emergenza esterno e, nel rispetto della preparazione delle amministrazioni dello Stato e degli enti locali, verifica che il PEE sia attivato da parte dei soggetti competenti in caso di incidente industriale.
La mappatura del territorio: le zone a rischio
- Zona di massima esposizione
Viene identificata come la zona che si trova nelle immediate vicinanze dello stabilimento ed è quindi esposta a effetti sanitari gravi e irreversibili. - Zona di danno
Viene identificata come una zona dove le conseguenze dell’incidente industriale sono gravi, in particolar modo per alcune categorie a rischio come bambini, persone anziane o malate, donne in gravidanza. - Zona di attenzione
Viene identificata come la zona più lontana all’incidente che viene interessata da effetti in genere non gravi.
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